Pagina:Specchio di vera penitenza.djvu/341

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trattato della scienza. 313

vegna che non ha però balìa d’insegnarli o di darli a cui egli vuole, ma a cui e quando gli è permesso da Dio: come sarebbe di trovare cose ismarrite o perdute, le quali il diavolo sa; e spezialmente le cose che fa perdere egli, facendo fare i furti e gl’involí.1 E fannosi ancora malificii; onde coloro che usano questa arte, si chiamano maléfici, e l’arte s’appella malfattoria; e ciò si fa quando, per tale arte, col favore del diavolo, alcuna persona, o uomo o femmina, ammaliata e fatturata, uscirà fuori della memoria, innamorrà d’altrui e avrà in orrore la sua compagnia. Parrà alla persona che la casa ov’ella sarà, arda, e ch’ella debba rovinare; perderà l’appetito del mangiare, consumeràssi, e non potrà dormire né posarsi, avendo sogni terribili e paurosi, immaginazioni e fantasie oscure e spiacevoli. Parrà alla persona avere piene le carni di spine e d’agora, avere il quore trafitto, le membra cascanti e deboli, essere ismemorato e abbargliato e sciemonito, e non trovare luogo né dì né notte; e’ suoi reggimenti e parole saranno come di persona farnetica o ebra. Per questa arte si fa portare la persona di luogo a luogo,2 e di súbito portare e riportare ambasciate e novelle di lontano paese. A fare queste cose, usano i maléfici alcuna volta invocazioni e scongiuri a’ demonii espressamente; e eglino appariscono in alcuni de’ modi di sopra detti, dando vista d’essere costretti per tali iscongiuri, avvegna che non seino, com’è detto di sopra. Usano incantesimi, dando altrui cibi e beveraggi incantati; fanno immagini di cera e di piombo e d’altra materia; annodano legáccioli, e involgono iscritte di nomi di demonii, e di segni e di figure e di caratteri trovati e insegnati da’ dimonii, sotto i quali si contengono i patti

  1. Come piacque di scrivere al Salviati, preferendo quelli del 25: imbolii. Pare poi nata da scambio di lettere la variante recataci dal Manoscritto e dall'antica edizione; variante contuttociò non assurda nè impossibile: faccendo fare i furti (la stampa: fare furti) agli uomini.
  2. Nel Testo a penna: di luogo in luogo.
passavanti. 27