Pagina:Specchio di vera penitenza.djvu/381

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trattato de' sogni 353

lega idolatria procurare d’avere sogni o loro significazioni dal diavolo, o con invocazioni o con sagrifici, o con altri patti, taciti o spressi; o dare fede o andare dietro, benchè procurati non sieno, a sogni o a revelazioni ch’altri sappia o creda o dubiti che siano dal diavolo.

Una cosa sola ci rimane a chiarire, la quale, per le cose dette di sopra, è assai manifesta: tuttavia, perch’ella è comune quasi a ogni gente, e potrebbe fare comune dubio, è utile a chiarirla qui. E questo è, che ogni persona comunemente pruova che molte volte alcuni suoi sogni intervengono il dì medesimo che la notte sono sognati. Onde, veggendo la persona quello che sognò, si ricorda del sogno, e dice: – Quest’è il sogno mio ch’io feci stanotte. – Onde pare che certi sogni sieno veri, e pure1 rinvertiscano alcuna volta. Direbbono gl’interpetri nostri, che ciò interviene de’ sogni che si fanno in sul dì, dei quali l’uomo si ricorda sempre, e non s’indugia a rinvertire oltre a quel dì. Questo, come gli altri loro detti, poco o niente vale; imperò che né l’ora del sognare né ’l sogno né il ricordarsi del sogno puote essere cagione di farlo rinvertire. Ben potrebbe la persona, per la ricordanza del sogno, muoversi a fare o a non fare alcuna cosa, sì come è provato di sopra: ma che alcuna altra cosa, fuori della persona, intervenga, o muovasi a fare o a non fare alcuna cosa per lo sogno fatto, questo non puote essere. Che quella cosa che interviene, per la quale altri si ricorda d’aver sognato, sia cagione del sogno fatto, anche essere non puote; imperò che quella cosa ancora non era quando il sogno si fece; e quello che non è, non puote essere cagione d’alcuna cosa, ch’ella sia. Conviene adunque che ’l sogno sia quella cosa che fa ricordare del sogno; non che sia cagione del sogno, né ’l sogno d’essa: e però si riducono in alcuna ragione comune, come sarebbe alcuna cagione naturale o sopra natura; sì come

  1. Nel Codice: pare.

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