Pagina:Specchio di vera penitenza.djvu/426

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398 concioni tratte dalle istorie di tito livio.


non sono uomini da guerreggiare; anzi fanno le loro guerre con soldati Affricani e Numidi, i quali hanno poca fede e sono di leggieri animo a mutarsi. Dunque, non ci abbia dimoranza veruna che io non vada in Affrica; chè insiememente udirete, come io sarò là giunto e come la guerra sarà cominciata, come l’Africa sarà tutta messa in fuoco et in ruberia; e come converrà che Annibale si parta quinci: e come io averò assediata Cartagine, più spesso e novelle di maggiore letizia riceverete d’Affrica, che voi non facevate di Spagna. Cotale speranza mi dà la fortuna del Popolo di Roma; e gli Iddii, violati e turbati da’ nostri nimici per la pace che ci ruppono, e Siface e Massinissa re, ne siano testimoni. E di loro mi credo in tal modo fidare, che sicuramente potrò andare e stare in Affrica:1 e molte cose non si possono dire ora, che per la guerra vi saranno manifeste. Ad ogni uomo e ad ogni duca s’appartiene di non lasciare la fortuna quando ella viene, ma seguitarla e pigliarla; e delle cose che avvengono per li casi non pensati, si vuole domandare consiglio. Fabio, io sarò uno pari Annibale in Affrica a costui ch’in Italia: ma io il trarrò là, e non riterrà me qui, e costrigneròllo a fare la battaglia nella sua terra; sì che Cartagine sarà il premio di chi vincerà, e non le castella d’Abruzzi, mezze rotte e guaste. E’ non è da temere che mentre che io vo in Africa con l’oste, e faròvvi guerra et assedierò Cartagine, il Popolo di Roma riceva qui alcuno danno; però che sarebbe villania a dire che quello che tu, Fabio, potesti fare in difendere il Popolo di Roma quando Annibale era vincitore e quasi tutta Italia tenea, Publio Licino, consolo fortissimo, non possa fare quello medesimo che tu, essendo ora Annibale quasi vinto e rotto. E perchè pontefice, non metto2 a sorte con lui la provincia

  1. Molto diversamente il latino istorico: cuius ego fidei ita innitor, ut veriturus perfidiam sim.
  2. Le stampe: metta; la qual forma, e l’altra possibile mette, più prossima al testo (in sortem.... non venit), porterebbe a correggere appresso: a sorte con me.