Pagina:Specchio di vera penitenza.djvu/9

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AL DISCRETO LETTORE.


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Quando il tipografo-editore della Biblioteca Nazionale mi palesò l’intenzione di comprendere in essa il celebre Specchio di penitenza del Passavanti, fu mia non tarda nè preparata risposta, che poco era da travagliarci intorno a questa ristampa, perciocchè quant’era da farsi per la correzione di un tal libro, lo avessero già operato i tre Accademici della Crusca che, volendolo l’intera Accademia, attesero a ripubblicare quel testo principalissimo di nostra lingua nel 1725. I consigli, poi, degli esperti e degli amici che nelle occorrenze di tal fatta mai non manchiamo di ricercare, furon cagione che di non poco si trapassassero i limiti di quel primo proposito: perchè l’uno di quelli1 suggerì di prendere a guida della nostra, anzichè ogni altra impressione, un qualche antico Manoscritto, a fine che la grafia da seguirsi meglio rappresentasse le inflessioni e la pronunzia già proprie all’età dell’autore; e un altro,2 di materie tali maestro, mi ebbe altresì mcoraggito a voler tenere sotto gli occhi, oltre alla indicata edizione del secolo a noi più vicino,

  1. Il sig. Cesare Guasti.
  2. L’ab. cav. Giuseppe Manuzzi, a cui pur molto debbo per ciò che spetta al qui soggiunto Elenco delle edizioni.
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