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Il giorno dopo la ragazza era partita.

Nessuno parlava più di lei; nessuno rispondeva alle ricerche ch’egli ne faceva.

Passarono dei mesi. Lui fu mandato all’università, e conobbe tutte le distrazioni della vita, e le amò.

Un giorno però, più di un anno dopo quella sera fatale, essendo a casa in vacanza egli ricevè da un suo fattore che attendeva a un gruppo di poderi un po’ appartati dal centro delle sue vaste possessioni, quella tal lettera che Emilia doveva trovare più tardi.

A primo antro non capì; ma poi ne domandò spiegazione alla mamma, che fu irritatissima di questa alzata d’ingegno del signor fattore, e diede una buona lavata di capo al figliuolo. Ahimè! non ce n’era un gran bisogno. Cesare aveva già una discreta voglia di dimenticare ogni cosa per divertirsi e far la corte a tante belle signore della capitale austriaca.

E dimenticò così bene, anche con l’aiuto degli anni e del nuovo amore per la bella cugina che quando incontrò Teresa sull’orlo del bosco, la domenica dì Pentecoste, penò qualche momento prima di riconoscerla. Anzi, se il contegno della ragazza