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sue cugine a dispensarla da qualunque visita finchè il tempo l’avesse aiutata a dimenticare.

Questa era un’alzata d’ingegno del signor Luigi, che la povera Emilia, malata com’era in que’ primi giorni e fuori di se non gli aveva dato certo alcun ordine; ma il vecchio diplomatico pensava che è indegno di vivere chi non sa spingere un po’ il corso degli avvenimenti secondo i propri desideri.

Il plico conteneva tutte le lettere che Cesare aveva scritto alla sua fidanzata, il suo ritratto e alcuni gingilli di poco prezzo, di quelli, peraltro, cui il cuore ne annette uno mille volte maggiore.

Cesare gettò tutto in un canto e si diè attorno di preparare la stessa restituzione: tormentato dai suoi tristi pensieri e punto dal dispetto e da una crudele angoscia. Il messo aveva una lettera anche per il conte nonno, e il signor Luigi l’aveva incaricato di consegnarla personalmente.

Bisognava dunque farlo entrare senz’altro nella famosa biblioteca, dove nessuno osava presentarsi senz’esser chiamato e al cui uscio servi e cameriere bussavano sommessamente quando nella guardaroba mancava la seta e nella dispensa le ova, il caffè o lo zucchero. Poichè tutte queste cose, il conte nonno le teneva sotto chiavi, insieme ai li-