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che aveva sopportate in silenzio per quindici lunghi giorni le più angosciose inquietudini a causa di lei! Ella non sapeva dunque ch’egli aveva già calcolato di comprare i fondi del signor Luigi coi denari della dote d’Emilia, anzi, con la metà di quei denari, poichè egli teneva già in mano di che fare una lite al tutore per la cattiva amministrazione dei beni della pupilla, e con questo mezzo poteva ridurlo a ciò che voleva!

E lei domandava pietà. Poverina!

E poi, pietà di che?

Lui non le voleva male; anzi, le avrebbe fatto una piccola dote se sposava un altro, mettiamo Gianni invece di Cesare. Che difficoltà la ci poteva avere? Erano due bei giovani tutti e due. Che differenza ci poteva esser per lei!

L’amore? Oibò!

Cos’era mai l’amore? Chi poteva immaginarsi di dar valore a una ragazzata quando si trattava degli alti interessi di una famiglia nobile e potente come la sua? E poi se lo amava, chi le impediva d’amarlo anche dopo, anzi tanto meglio: l’importante era che non lo sposasse. Ma il conte nonno pensava che probabilmente c’entrava un poco d’ambizione. Sicuro, quella ragazza poteva avere l’ambizione di diventar contessa.