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lo spingeva per una nuova strada. La melodia diveniva più appassionata, la voce più calda più molle. Finalmente cessò.

Riccardo si guardò intorno come trasognato. Rimase qualche momento immobile. Ma un nuovo desiderio lo fece balzar dalla sedia. Voleva vederla. Corse alla porta. Non si poteva passare per la gran folla. Si spinse avanti; s’alzò sulla punta dei piedi. Sovrastava a tutti gli altri, e vide una donna vestita a bruno, alta e snella con lunghi capelli inanellati, neri, lucenti. Gli voltava le spalle, e da lontano quelle spalle parevano di marmo.

Lui si sentiva una strana eccitazione: avrebbe dato qualcosa di molto caro perchè quella donna si fosse voltata. Ma non sì voltò, non la vide in faccia. E a poco a poco si calmò: sorrise del proprio entusiasmo. Decisamente la città gli agiva sul sistema nervoso. Ci sarebbe mancato anche questa che mentre sua moglie guariva, lui avesse perduto il cervello!


Ma sua moglie non guariva. Il medico fiorentino come quello di Valdarno cominciava a perderci il suo latino. Faceva ordinazioni sopra ordinazioni, ma tutte inutili.