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II.

Nei giorni che seguirono, Emilia sembrò aver perduto una parte della sua spensierata gaiezza.

Era inquieta. Lasciava il piano per correre ai suoi fiori; coglieva una rosa che andava sfogliando sopra pensiero, e tornava al piano.

Da lì a un po’ s’affacciava alla solita finestra e guardava le barche pittoresche dei Chiozzotti attaccate alla piccola diga; le vele candide che solcavano l’orizzonte, e l’onda eterna che si spezza irremissibilmente, ma non cessa di battere contro l’argine della sponda, finchè, un giorno, la pietra logorata si frange e l’argine rolla.

Era ai primi di luglio: da quindici giorni Cesare non s’era più lasciato vedere; nè alcuna nuova era