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— Già, quel solito favore che lo fa rimaner con noi tutto il tempo che dura la villeggiatura.

Il vecchio sorrise, e partirono.

La strada che va da Pirano a Salvore è straordinariamente pittoresca. La prima metà è quasi una continua diga formata a piè del monte: il largo zoccolo d’una rocca immensa, che il mare accarezza o flagella a seconda de’ suoi capricci. Man mano che si va innanzi però, il monte si ritira e la vallata comincia.

È una magnifica valle, ubertosa e ricca, che si stende da Castelvenere al mare.

Piantato in vetta alla roccia il piccolo villaggio di Castelvenere domina il mare e la valle. Non credo che questo suo nome poetico sia un omaggio reso alle veneri moderne, per quanto le figlie di razza slava che abitano su quelle alture — fornaie dalla prima all’ultima — siene tutte belle nella loro giovinezza. Ma che gli giova? Ahimè, nessun Raffaello andò a scegliere in quell’eremo la sua fornarina.

Con una larga paniera in capo esse scendono tutte le mattine dalla loro dimora alpestre e portano il pane quotidiano nei paeselli vicini e anche nelle città; le povere a piedi, le più agiate in groppa ai pacifici asinelli.