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Allorchè Bianca entrò nella sala, non potè a meno di meravigliarsi di quella tavola preparata per loro tre soli in un salottino particolare. Tolse uno sguardo trano al marito, che le si faceva incontro porgendole il braccio per accompagnarla al suo posto. Lui tutto gonfio di quello sguardo si credeva già quasi sicuro di vincerla con la galanteria. Nulla mancava sulla tavola, nè fiori olezzanti, nè frutta scelte, nè dolci profumati, nè sciampagna spumante: chi godeva era il bimbo. Il marito metteva fuori tutto il suo spirito, raccontava anedotti piccanti, si pavoneggiava, mangiava e beveva per tre, e di quando in quando non poteva trattenersi dal fare una carezza alla moglie. Non era ben accolto; ma lí davanti al suo figliuolo, in un luogo pubblico, conoscendo il carattere di quell’uomo capace, quando beveva, di passare subitamente dallo scherzo alla violenza, non poteva mostrarsi troppo severa. Doveva lasciarlo fare e sentiva le lagrime che le facevano nodo in gola. E pensava a Carlo, se lo figurava solo, triste, malato ancora, e si pentiva di averlo lasciato, s’accusava d’ingratitudine, di poco amore. Porse se si fosse mostrata più risoluta Luigi avrebbe accettata una separazione amichevole e non le avrebbe tolto Guidino; e poi, in tutti i