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robusti alzavano la bara improvvisata, altri coprivano il morticino colle loro pezzuole; e lo strano corteggio partiva. Ma un movimento impreveduto di quello che giaceva sull’asse, o una scossa mal calcolata dei portatori li faceva traballar tutti cinque; alcuni erano gettati sul lastrico, donde un piccolo tumulto, grida, pugni, e scrosci di risa, che facevano rivolgere la faccia meravigliata di un passante silenzioso e affrettato.

Carlo guardava quei giuochi e quei ragazzi, e gli pareva come se un raggio di luce entrasse nell’anima sua. Ammirava la dolce infanzia, piú audace del trafficante assetato di guadagno, piú noncurante del pescatore che confida la sua vita alle onde sopra un piccolo legno, allegra e spensierata, e nella sua spensieratezza, unicamente felice.

Ma l’immagine della morte scacciava inesorabilmente qualunque altra immagine.

Spaventevole era stato il numero delle vittime quel giorno. E chi sa quanti morivano soli, abbandonati fin dai piú cari. Le cure dei pietosi non bastavano alla quantitá dei morti.

Carlo si ritirò dalla finestra per dare alcune commissioni, al suo servo.

Quella sera la sua ora di riposo era stata più