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— Forse non amerò mai! sospirava a volte.

Ma l’amore è un traditore che approfitta di tutti i mezzi per insinuarsi dove vuole lui.

Cesare le aveva scritto un’altra volta; ed ella gli aveva risposto, e cominciava a pensarci più che di ragione.

Intanto, il signor Luigi e il signor Arturo seguitavano a farsi bella compagnia.

Tutti e due speravano che un giorno o l’altro la fanciulla avrebbe assecondato i loro desideri, e più lo sperava il signor Luigi, il quale, la sapeva più lunga del diavolo.

Era verso la metà di settembre. I giornali francesi, e quelli italiani passati di contrabbando, annunziavano la gloriosa entrata del generale Garibaldi a Napoli.

Tutti i cuori giovani e entusiasti battevano di contentezza.

Cesare non scriveva più da un mese, nemmeno a sua madre. Invano la famiglia s’era rivolta a dei loro amici, molto accreditati perchè gli ottenessero il permesso di ritornare in patria; nessuno rispondeva.

Quella sera il signor Arturo, ch’era andato a Pirano due o tre giorni per certe sue faccende, stava appunto tornando con una barchetta.