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Un rumore novo, distinto da quello del vento, e da quello del mare svegliò la sua attenzione.

Pareva la cadenza monotona di un passo lento, interrotto, di quando in quando, da un sordo gemito. Ascoltava, quasi suo malgrado; affascinata da una curiosità, che le pareva assai strana in un momento simile.

Qualcuno piangeva come lei, vicino a lei. Chi?

Questa domanda l’imbarazzava.

Una raffica improvvisa spense il lume che ella aveva posato sul tavolo vicino alla finestra.

Non vi badò; i suoi occhi affaticati dal piangere sopportarono meglio le tenebre.

I passi misteriosi e i gemiti si chetarono. Concentrò un’altra volta il pensiero sovra sè stessa. Le pareva di fissare un abisso.

A un tratto i gemiti e i singulti, soffocati un istante, risalirono fino a lei, più distinti. Ma il suono de’ passi non si sentiva più. Evidentemente la persona misteriosa doveva essersi fermata poco lontano dalla finestra, giù nel giardino.

Guardò un poco senza vedere, finalmente un lampo più vicino degli altri venne a rischiararla.

Vide una forma umana inginocchiata, col capo appoggiato agli scalini di pietra che circondavano