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si sentivano orgogliose e felici di ospitare un tanto uomo, l’eroe della giornata.

D’altra parte, la vita di provincia è così monotona e scarsa di emozioni, che i provinciali afferrano tutti i pretesti per divagarsi in qualche modo.

A Mario Limonta pareva d’essere un’altra volta alle Assise, il giorno della liberazione, allorchè le signore tutte in piedi applaudivano; con la differenza che là, molto si poteva mettere sul conto dei nervi eccitati dalla teatralità del tribunale; mentre qua, perfin l’entusiasmo aveva un fare casalingo e ragionevole.

Queste signore, difatti, ragionavano — alla loro maniera. La vecchia madre dell’ingegnere, una di quelle che lodano sempre il passato, detestando il presente, ed hanno ad ogni istante sulle labbra la frase sacramentale: «Al mio tempo», vedeva nell’avvocato Limonta uno dei pochissimi uomini morali, forti e dignitosi di questa moderna e corrottissima Italia.