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Laura non rispose. Tornò a sprofondarsi nelle sue riflessioni, mormorando di tanto in tanto:

— Curioso quest’amore! Io non ho amato mai. Perchè?...

Intanto, nel silenzio dell’alba, un malato, che aveva la sua camera dall’altra parte della corte, fu preso da un fiero accesso e cominciò a lamentarsi con dei gemiti prolungati, che parevano venire di sotto terra, interrotti di tratto in tratto da urli acuti e strazianti.

Subito al primo grido, Maria balzò giù dal letto, e con le braccia stese verso la finestra, il petto gonfio, gli occhi sbarrati, il viso inondato di lagrime, rimase in ascolto trattenendo il fiato.

— Ah! il mio povero Carlo, come mi chiama! La terra gli pesa sul capo, la cassa lo ha tutto indolenzito, i chiodi gli entrano nella carne! Carlo! O Carlo mio! Io fuggirò da questa prigione, io verrò, io verrò a liberarti....

Tacque, e lentamente ritornò nel