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così tranquilla, e ne’ suoi occhi una luce così limpida e intelligente, Laura s’avanzò verso di lui, che era seduto alla sua scrivania, e con le braccia incrociate si fermò a considerarlo attentamente.

Lo scienziato alzò gli occhi, la salutò con un sorriso e le indirizzò qualche parola cortese. Ma quella era appunto l’ora più propizia per certi esperimenti sullo spettro solare, e le condizioni del cielo e dell’aria corrispondevano perfettamente al suo desiderio, tanto che gli sarebbe davvero spiaciuto di lasciar passare quel momento senza approfittarne. L’aspettava inutilmente da più di una settimana. Ora, quella figura opaca, che veniva a piantarsi proprio fra lui e i raggi solari di cui aveva bisogno, era un vero contrattempo.

— Ti prego, Laura — disse — fatti un po’ di costà: bisogna che tutta la luce si rifletta sulle mie lenti.

Laura si scostò lentamente; ma, prima d’allontanarsi, si fermò ancora un momento vicino a lui e, con un