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faceva più riguardo di andare a Milano quando le piaceva, e passarvi almeno due o tre mesi l’anno, in diverse riprese. Ci aveva dei parenti lontani, delle amiche, mille pretesti.

Leopoldo, sempre più chiuso in sè, sempre più indifferente, considerandola quasi come una estranea per il suo cuore, la lasciava fare, pur non osando rompere il vincolo già così lento e logorato; trattandola sempre con una certa apparenza di affetto, un po’ per la bimba, molto più per l’indole sua ripugnante a tutte le aperte lotte, ad ogni violenta soluzione di continuità, come egli stesso diceva.

Fu in quel tempo che egli trovò la piccola Emma abbandonata dai saltimbanchi. Ne fu commosso, intenerito. La prese con sè, la condusse in casa dicendo semplicemente:

— Ho trovato questa povera bimba abbandonata. Se nessuno viene a reclamarla, intendo che viva con noi, come una sorella di Annetta.

La signora Cleofe avrebbe voluto opporsi a tale risoluzione; senonchè, considerando che non le conveniva di provocare troppe discussioni e indagini, e che già troppe chiacchiere si facevano sul conto di lei e delle sue frequenti scappate a Milano, pensò di tacere e di trar profitto dalla nuova situazione creatale dal marito.

L’opinione pubblica è generalmente in favore delle vittime. Vilipendere i tiranni, compiangere gli oppressi