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Le lettere erano quasi tutte identiche, con qualche particolare riguardante il negozio, la fabbrica dei guanti, il marito e la figlia, che si era fidanzata con un fabbricante di cravatte. Quanto a Paolo, lei stessa non sapeva precisamente dove fosse, perchè dopo di essere stato «in Riviera» faceva una escursione a piedi, presto però sarebbe ritornato perchè il venti d’agosto gli scadeva il permesso.

Intanto nel paese si sparse la notizia che il cancelliere facesse fuoco e fiamme per essere traslocato e che la signora Maddalena fosse nell’accordi. Alcuni anzi dicevano che erano loro, i vecchi Brussieri, i più contrari al di lui ritorno in Melegnano, perchè il Brussieri padre si era legato al dito certe trascuraggini del signor Mandelli, e voleva fargliela vedere. Si diceva pure che a Milano ci fosse un’altra sposa pronta per l’incomparabile Paolino: la figliuola di un ortolano, di quelli grossi, che sul verziere di Milano fanno la pioggia e il bel tempo. una bella ragazza, con trecentomila lire nel grembialino.

Queste notizie, insieme alla pietà che già ispirava la Cleofe, mutarono l’opinione pubblica. Perfino le più accanite rivali di Annetta s’impietosirono del suo caso. E poichè, chiedendo un trasferimento, il signor Paolo mostrava abbastanza chiaro di non volere alcuna di esse, immemori dei loro sforzi per attirarlo, gli si voltarono contro tutte d’accordo. «Vanesio di un milanese! Bellimbusto infame! Ah! se l’avessero avuto nelle grinfe!...»