Pagina:Speraz - Emma Walder.pdf/165

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tirla? E se avessero detto che era lei la civetta, lei che aveva cercato di attirare l’attenzione del giovine, per farsi sposare invece di Annetta? Conosceva troppo bene la ingiustizia passionata della signora Cleofe, e la maldicenza del borgo. Sapeva già di quante calunnie era vittima. No, ella non poteva parlare. Brussieri non l’avrebbe trattata così se non avesse saputo che ella non poteva accusarlo. L’impunità lo aveva reso ardito.

A poco a poco, sotto alle pressioni di Annetta che ogni tanto ricadeva nelle convulsioni dopo le quali continuava a singhiozzare per ore e ore senza che si trovasse modo di calmarla, Emma cercò di convincersi che le sue paure erano esagerate, i suoi rifiuti crudeli.

Una volta entrati in questa nuova direzione, i suoi pensieri non tardarono a dimostrarle che Annetta doveva — come le aveva già detto una volta — pensar male di lei e dare a quei suoi rifiuti la peggiore interpretazione. Non più dubbi allora. Un giorno, mentre la signora Cleofe e suo marito accompagnavano il medico nell’anticamera, e Annetta, spossata da una crisi, fissava i suoi occhi languidi nel vuoto, per non guardare l’amica, questa si chinò su lei, e rapidamente mormorò:

— Ho deciso: andrò oggi stesso.

Subito il viso di Annetta si trasformò, illuminato da un lampo di contentezza.