Pagina:Speraz - Emma Walder.pdf/181

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— Oh! signorina, per carità... non si faccia male!

Spinse la sua premura fino a cingerle la vita, alzandola quasi di peso.

Varcarono la soglia insieme.

Emma tremava tutta.

La voce del Brussieri le pareva stranamente armoniosa, e si smarriva ad ascoltare quella voce, perdendo il senso delle parole. Appena entrata si riebbe. Si scostò dal giovine che le stava troppo vicino e ritirò la mano che egli stringeva.

— Si accomodi, signorina; si accomodi....

E le indicava una sedia presso alla finestra, imbarazzato visibilmente, spiccicando le parole, pensando di dirle tutt’altro.

Il desiderio ardente che lo aveva sempre spinto verso di lei, diveniva parossismo.

Al solo vederla, la fiamma della passione sensuale, che lo bruciava da tanto tempo, si era scatenata con inaudita violenza nel suo corpo giovane e robusto. Ora che l’aveva là, chiusa con lui in una camera, la sua ragione si offuscava. Rimaneva immobile, mezzo intontito, a divorarla con gli occhi, accorgendosi di essere goffo, rodendosi di non poterle dire le belle paroline che gli avevano giovato in altre somiglianti occasioni.

Quel silenzio, quell’imbarazzo, quegli occhi umidi, bramosi, sfolgoranti, potevano invece più di qualunque discorso sul cuore di Emma. Si sentiva ar-