Pagina:Speraz - Emma Walder.pdf/183

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— No, Emma! No!

Si buttò ai suoi piedi, l’afferrò ai ginocchi, come fuori di sè.

— Emma! Amore mio!... No, non lasciarmi? Ti amo tanto,... tanto! Voglio sposarti!... Voglio essere tuo per la vita.

— Non è possibile... Sarebbe un tradimento. Sono venuta per mia sorella!... Mi lasci... Mi lasci! Voglio... devo andare...

Tremava tutta.

Con un movimento deciso e rapido riesci a liberarsi e andò diritta all’uscio.

Ma Paolo, riavutosi da un momentaneo sbalordimento, l’afferrò alle spalle, prima che vi giungesse.

Un grido sfuggì dal petto angosciato della fanciulla, un grido di spavento.

Nessuno accorse.

Paolo la baciò sulla nuca.

Ella si rivoltò pallida di sdegno:

— Ah! dunque non c’è nessuno di là.... Siamo soli!... Mi ha ingannata!...

Per tutta risposta, egli la strinse più forte e la trascinò nell’altra stanza.

— Anima mia!... Angelo mio!... Perdonami... ti amo... muoio per te...

La cacciò contro il muro, premendola con tutto il corpo. E con una mano cercava di staccarle il cappello.

— Mi lasci!... Voglio andare via!...