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— Di’, come ti sono parsa?
— Stupenda, nuova, fantastica!
— Auff! Quante bugie. Se ero tanto pallida.... gialla.
— Tu non sai niente. Io mi aspettavo di vedere una vera malata, col viso disfatto, la bocca larga, il naso enorme.... Venivo a malincuore, perchè, sai bene, io detesto le scene malinconiche.
— Perchè venivi allora f
— Che so? Non credevo che tu morissi, ma, a forza di sentirlo a dire, una certa paura ce l’avevo. Figurati come rimasi quando, appena passato l’uscio, vidi i tuoi occhioni che brillavano come due stelle nel viso bianco come il latte contornato da una massa di capelli biondi....
— .... come la canape! — interruppe Annetta.
— No! Come oro filato.
— Ah! Ah! Ah!.... Mi divertono i tuoi paragoni.
— Cattiva!.... Ebbene lasciamo i paragoni. Ti dirò che mi sembrasti una gran ciarlatana, riescita chi sa per qual sortilegio — a farti bella come una dea, e decisa a bruciarmi con le tue occhiate. Siccome io non domandavo di meglio, ti lasciai fare.
— Bravo!.... bravo! Mi piaci davvero.... Senti che bella musica adesso. Ascolta.
Adagio adagio egli le passò un braccio attorno la vita e premendosi forte contro di lei, restò in un grande raccoglimento.