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vamente la sua attenzione. Piegandosi un poco a sinistra ella vedeva il profilo di Annetta dall’apertura dell’uscio: e qualche volta anche la mano e l’avambraccio di Paolo. Indovinando il resto, intuiva il senso delle parole bisbigliate, i baci furtivi.

Il suo cuore spasimava, e il suo orgoglio di donna era mortalmente ferito.

Da un mese, dal giorno della sua irreparabile sventura, ella sopportava un orrendo martirio. Amava Paolo alla follia, e lo sentiva perduto per lei. Questb amore, rimasto per tanto tempo latente, ignoto, concusso, rivelatosi improvvisamente sotto ai baci dell’amante, con la prepotenza di tutte le forze lungamente compresse, cresceva tutti i giorni, man mano che il traditore se ne dimenticava. Nei primi momenti, quasi pazza di angoscia, vedendo Paolo riprendere le sue visite, tutto premuroso per la fidanzata, ella non sapeva cosa pensare e pensava mille cose strane.

Forse egli fingeva. Forse aspettava d’intendersi con lei sul da farsi. Non le pareva possibile che non l’amasse più.... che volesse veramente sposare l’Annetta. Doveva avere un progetto. Gliel’avrebbe rivelato.

Con questi pensieri ella cercava un’occasione per discorrere con lui da solo a sola. Ma egli la sfuggiva. Dovette accorgersene ben presto. A lei non badava più: voleva sposare Annetta: le duecento mila lire di dote davano il tracollo alla bilancia.