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— Annetta non piange perchè non ti ama più come prima.
— Ah, sì? tu credi questo?... E allora perchè mi sposa, una signorina come lei, che potrebbe pretendere ben altro partito?... La gelosia ti accieca, povera Emma.
— No, Paolo. Annetta ti vuol bene, sì; ma l’amor mio è assai più forte. Io farò una pazzia irreparabile, che peserà su tutta la tua vita.
— Ci siamo. Le donne sentimentali, prima piangono, poi minacciano. Dimmi un po’ com’è nato questo grande amore.
— Io non so, Paolo!
— Guarda. Ti ho amata fin dal primo giorno che ti ho vista, ed era il terzo dal mio arrivo qui. Ho cominciato a corteggiarti, e tu dura, come se parlassi al muro. Allora, per vedere se il dispetto ti vinceva, ho cominciato a corteggiare l’Annetta. E lei c’è cascata subito, poverina, e mi ha subito dimostrata la sua simpatia, senza superbia. Tu, invece, niente.
— Perchè ti amavo, Paolo, senza sapere, e non volevo amarti.
— Storie. Quando si ama, non si finge così. E quando ti mostravo la mia simpatia, il mio amore, in casa Mandelli, quella mattina.... ti ricordi? mi hai chiuso l’uscio in faccia. Perchè mi respingevi a quella maniera?
— Perchè mi offendevi.... perchè eri il fidanzato di mia sorella. Ma ti amavo... ti amavo tanto!