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— Non posso crederti. Lo stesso giorno che sei venuta qui, la tua intenzione era di pregarmi a ritornare da Annetta. Se non ti facevo entrare nell’ufficio assicurandoti che non eravamo soli, se non avessi chiuso l’uscio, e se non fossi tanto più forte di te, questo tuo famoso amore non si sarebbe fatto vivo mai più. La verità, vuoi che te la dica io la verità?... Hai avuto un momento di debolezza — siamo tutti di carne, che storie! — e ora, un po’ per il solito orgoglio delle donne, un po’ per la fisima dell’onore, ne cavi fuori una passione. Questo è.

Ella scoteva tristamente il capo.

— T’inganni, Paolo. Debole sono stata, perchè ti amavo. Se non ti avessi amato, avresti potuto soffocarmi, non vincermi. Tu non conosci Emma Walder.

Vi era tanta convinzione in queste parole e tanto dolore, che il Brussieri ne fu impressionato.

La guardò con una vaga espressione di pietà, ben soddisfatto in fondo d’essere amato fino a quel punto dalla fiera fanciulla.

— Voglio ammettere che non t’inganni — riprese con accento più tenero. — La tua versione può essere giusta ed io l’accetto. Ma questo che cosa cambia?

— Se tu mi ami, cambia tutto.

— Se io ti amo?... Perchè non ti amerei?

— Allora lascia Annetta e sposa me... come mi avevi promesso.