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adagio, sentendo dei dolori in tutte le ossa a ogni passo che faceva.

Morire. Finirla.

Non pensava, non voleva, non deliberava il suicidio: sentiva la morte venire a lei.

Sentiva il nulla, la distruzione: il fascino inesprimibile della fossa che inghiotte.

E andava innanzi così senza sapere.

In fondo, laggiù, a sinistra, luccicava il Lambro come un nastro di acciaio.

Morire, morire!

A un tratto ella si sentì afferrare alle spalle, e una voce ben nota la chiamò per nome.

Sussultò, poi alzò gli occhi arsi, smarriti, in viso al suo buon padre che era là, accanto a lei.

— O babbo!...

Egli sentì che ella agonizzava.

— Ah! cattiva! Non mi sono ingannato. Mi hanno detto che eri uscita, e subito mi sono messo a cercarti col terrore di non arrivare in tempo.

— Che cosa intendi?

— Guardami, se hai coraggio.

Ella non potè sostenere il suo sguardo.

— Tu volevi morire... e io lo sapevo, capisci? Cosa sarebbe avvenuto di me se non arrivavo a trattenerti?

— Povero babbo!.... Perdonami... Sono tanto infelice.

— Cosa ti hanno fatto?...