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in tutti i modi possibili l’inesauribile tema della sua miseria.

Quella sera però ella non si chiedeva: Perchè lo amo? Perchè?.... Le pareva di non amarlo più. Le pareva di odiarlo con la medesima intensità che aveva posto nell’amor suo. Senonchè, l’odio che nasce dall’amore è più grave e opprimente e difficile a nascondere dell’amore stesso.

Si sentiva affranta dallo sforzo sostenuto per mantenersi tranquilla tutte quelle ore, mentre ad ogni parola che l’uomo odiato pronunciava, ad ogni atto, ad ogni gesto, ella aveva provato l’irruente bisogno di insultarlo.

Poco dopo mezzanotte, Leopoldo, che si era ritirato nel suo studiolo dove spesso restava anche a dormire, sentì qualcuno sospingere l’uscio.

Riaccese il lume e vide sua moglie inginocchiata al piede del letto.

Il primo movimento fu di collera. Che cosa voleva? Quale insulsa commedia veniva a recitargli? In quale sottile e ben tessuto inganno voleva avvolgerlo ancora?...

Abbietta! Non aveva neppure la dignità della colpa!

Aveva sentite le parole di Andrea, sapeva che se si battevano — e questa doveva sembrare a lei l’uscita più probabile — egli si sarebbe lasciato uccidere.

Forse ella veniva appunto per ciò! Per supplicare il marito di salvarle l’amante! Ne era capace. Ah!