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— Ma dunque — esclamò Emma stupita — perchè eri così disperata un momento fa?

— Perchè mi aspettavo molto di più; e questi complimenti mi erano parsi troppo freddi. Una prima impressione, così. Povera me se fosse vero tutto ciò che ho pensato. Mi ammazzerei!...

Sul ponte del Lambro si fermarono un momento a guardare l’acqua azzurra e limpida del piccolo fiume tra il verde tenero delle sponde.

— Com’è bello! — sospirò Emma. — Vorrei stare in quella casetta laggiù proprio in riva all’acqua.

Annetta scrollò le spalle.

— Sarebbe bello adesso, ma poi quando si mette a piovere e il Lambro si gonfia, brrr...!

Si rimisero a camminare facendo una risatina.

In via San Martino incontrarono un giovinotto vestito da signore che le salutò.

Era alto e bruno, un po’ tarchiato, con piccoli baffi, il viso rotondo e colorito. Figliuolo di un ricco industriale, aveva studiato a Milano; si dava il titolo di ragioniere, ma non faceva nulla.

— Emma... Come ti ha guardato il signor ragioniere... È sempre innamorato. Perchè non lo vuoi?

Emma ebbe un gesto di fastidio.

— Non mi piace, sai bene.

— È un peccato. Saresti felice perchè è figlio unico, ricco, buono e anche bello; tu sola lo trovi brutto.