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— Si assicura che voi l’avete sedotta.

— Sedotta?... Ah! Ah! Ah! Hanno buon tempo!

— Emma fu vista entrare un giorno in Pretura, «mentre non c’era che il cancelliere» dicono i narratori, e poi uscire, da lì a qualche ora, pallida, disfatta.

— Pettegolezzi. Io non rammento questi particolari.

— Ti rammenterai però — asserì bruscamente il Mandelli con sorda collera — ti rammenterai di quel giorno in cui i tuoi parenti sono venuti qui da Milano, la scorsa primavera, per combinare il tuo matrimonio con mia figlia?... Quello stesso giorno tu hai assalito l’Emma, avendola incontrata sulle scale, in questa casa, a pochi passi dalla tua fidanzata.

Brussieri arrossì; tuttavia ribattè:

— Una menzogna. Chi l’ha inventata?

—Taci! Ti ho visto io. Del resto Emma ha scritto...

— Che cosa?

— Tutto! Tu l’hai disonorata.

— Disonorata? Che frasario! Non ha ancora capito che sorta di ragazza era? Ammesso pure che in un momento d’ozio... Siamo uomini, eh?... mi fossi lasciato sedurre... la sua fuga dimostra chiaramente che non val la spesa di occuparsene. Qualunque giudice si pronuncerebbe in mio favore.

— Tu credi?... In ogni modo tu ammetti di esserti... «lasciato sedurre?...»