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Tutto era pronto allorchè verso sera arrivò il carrozzone, con Marta, Nini e Emma Walder.

— Contenta eh, di ritornare da queste parti? — domandò Gioachino a quest’ultima.

Ella rispose con un languido sorriso:

— Non lo so neppure io!

Ma lui, ottimista, malgrado i cataclismi, replicò trionfalmente:

— Tutto andrà bene, vedrà, tutto andrà bene.

— Si lavora stasera? — domandò Nini con la sua voce strascicata di persona stanca.

— Sì. Il bersaglio è pronto.

— Allora mi vesto.

Aprì un baule, poi una valigia e ne cavò fuori tanta roba, abiti, scialli, biancherie, che tutto il vagone fu ingombro, e in pochi minuti parve come imbandierato. Nulla aveva potuto mutarla. Era di quelle che possono traversare tutte le condizioni sociali, subire cento naufragi e restare sempre a galla, sempre le stesse, fino alla più tarda vecchiaia. Alta, snella, di belle forme, con una enorme quantità di capelli di un magnifico color castagno chiaro e un visetto da bambola di porcellana, ella faceva impazzire gli uomini.

— Potrei essere milionaria — diceva qualche volta con un adorabile cinismo. — Ho avuto le più belle offerte, anche ultimamente a Verona... Mah! Alberto non vuole: non mi lascierebbe campare tre giorni...