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— Le perdono. Ella mi è amico, lo sento.

— Grazie... oh! grazie.

In piazza del Duomo Emma si fermò per lasciar Celanzi dove lo aveva incontrato. Egli le chiese il permesso di accompagnarla fino in piazza Garibaldi.

— Dunque, lei vuole vedere il Mandelli?

— Certo. Voglio andare a Milano domani e restarci. Lei è pure a Milano?

— Io sto a Milano o in campagna; fino alla fine del processo non mi muoverò. C’è anche Marco Fabbi. Saremo ad aspettarla domani al suo arrivo. Prepareremo il povero Mandelli a rivederla, e le troveremo un alloggio.

— Grazie. Siamo intesi. E mi accompagneranno subito dal babbo?

Celanzi affermò. Appunto intendeva partire subito per tutti questi preparativi.

— E Annetta e sua madre, non verranno per il processo?

— Non credo. Possono esimersi.

Emma non chiese altro. Sentiva che il giovine parlava con ripugnanza delle due donne.

— Lasciamoci qui — disse prima di arrivare in piazza. — A domani. Sarò a Milano con la corsa di mezzogiorno.

Egli s’inchinò, implorando con lo sguardo una stretta di mano, che Emma gli accordò con la maggiore semplicità.