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Egli parlò a lungo su questo tono, con l’intenzione evidente di spaventare i giurati e di dare una lezione al procuratore dal re.

Era un uomo esile pallidissimo, dai capelli biondi lisci un po’ sbiaditi, con una bella voce di baritono e polmoni instancabili. La sua frase era semplice, quasi disadorna, ma limpida e spesso efficacissima. Tutti lo ascoltavano volontieri. Malgrado ciò, non ebbe applausi e il pubblico mostrò la sua ostilità con un mormorio.

Fra le persone che se ne intendevano, correva voce che il capo dei giurati fosse molto impressionato di quel discorso.

Da qui l’agitazione degli amici di Leopoldo.

Il più eloquente dei due avvocati difensori doveva però ribattere quegli argomenti e dopo di lui non parlerebbe nessuno. Questo era un compenso; ma non bastava a rassicurare gli animi angosciati.

— Emma! — susurrava il Mandelli in tono grave e dolcemente commosso: — Non mi lascierai più?

— No, babbo mio, mai più.

— Dio ha dunque pietà di me, se vuol rendere così dolce la mia condanna!

— Di che condanna parli? La sentenza si pronuncierà soltanto oggi, e speriamo che tu sarai assolto.

— Gli uomini, bambina mia, assolvono o condannano secondo le loro piccole leggi, con criteri