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— Io spero molto da questa scossa per il nostro ammalato, specialmente se lo assolvono. Al primo momento non sembrerà, ma poi, adagio, adagio, lo vedremo rialzarsi.

Queste parole fecero bene a lei. Sentì che quello scienziato valeva meglio che non le fosse parso altre volte, anche come uomo, dal lato del cuore.

Leopoldo le prese una mano attirandola più vicino a sè.

— Sta qui. Ma non credere che io abbia paura: i vivi non possono far nulla ai morti.

Ella si voltò dall’altra parte per nascondergli le sue lagrime.

Oh! la terribile allucinazione!

— L’usciere! l’usciere!... — si sentì bisbigliare da tutte le parti.

Rientrava la Corte.

Un silenzio di tomba subentrò al frastuono.

I cuori ansiosi battevano con nuova celerità.

Quando tutti furono a posto, il capo dei giurati pronunciò con voce velata, che tradiva l’interna emozione, la formula sacramentale:

— Sul mio onore e sulla mia coscienza la dichiarazione dei giurati è la seguente.

Poi si mise a leggere le questioni con le relative risposte: