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tima volontà: per morire tranquillo ho bisogno di sapere in che mani ti lascio, e che sarai felice. Non hai che ventidue anni, pensa, è indispensabile che tu sii felice. La gioia è come il sole. Chi ne è lungamente privo, finisce consunto, pazzo o delinquente... Guarda il mio esempio, Emma mia, e non dimenticarlo mai. Non sono io, o non sono io stato, tutte queste tre cose insieme? Un raggio di felicità sarebbe bastato a salvarmi.

— O padre mio! padre mio, mi schianti il cuore.

La testa appoggiata sulla spalla di lui, ella piangeva sommessamente.

Nel gran silenzio della notte non si sentiva che il rumore della pioggia, il crepitar della fiamma nel caminetto, e quel pianto, quel pianto sommesso.

Leopoldo taceva, assaporando con i sensi e con l’anima la dolcezza di quel pianto, la poesia di quei momenti.

— O vita, o sogno meraviglioso e crudele!

Essere giovani, sani, amare...

Chi sa quanti godevano in quell’ora! Egli moriva.

«Anche tu sei amato, anche tu» gli susurrava la voce interna. «Anche tu sei amato: ella piange per te e non ha pensato che a te in tutti questi anni. Muori felice almeno!»

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