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Una vecchia diceva sommessamente in un circolo di persone gravi:

— Non va bene quando una ragazza è così contenta, e lo dimostra; non va bene. Sarà un matrimonio disgraziato.

E crollava la vecchia testa, piena di ubbìe.

Le persone gravi, convinte, ripetevano per consenso: Non va bene; disgraziato.

Annetta non sentiva, non vedeva. Ella pensava:

— Quattro mesi di ansiosa ebbrezza, e poi la felicità per tutta la vita!

E la sua fervida fantasia ricamava un interminabile idillio su questo semplice tema.

— Ah! come sono contenta! come sono felice! — esclamava con la sua voce sonora.

— Non lo dire, bimba, non lo dire! — le sussurrò la signora Eulalia Fortini, moglie del farmacista. — Non conviene sfidare la sorte; ci si dà il mal occhio da se.

Annetta rideva sgangheratamente. Ella era contenta e non le pareva vero di dirlo.

Aveva scatti improvvisi, irrefrenabili impeti di gioia; e trasporti di tenerezza che la gettavano palpitante tra le braccia della mamma, di Emma, delle amiche, forse soltanto perchè non osava gettarsi tra la braccia del fidanzato davanti a tanta gente.

— Mi fanno schifo quei baci — diceva una ragazza di ventott’anni, lunga e secca come una per-