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Il suo programma era chiaro e preciso: sfruttare gli altri e non lasciarsi sfruttare da nessuno; e, nel caso speciale del matrimonio, stare bene attento che le troppe carezze e le troppe dolcezze non lo serrassero in una di quelle catene di rose, le cui spine troppo spesso pungono e dilacerano le carni agli incauti.
Accolto in quel nido, egli intendeva di sdraiarvi a tutto suo agio, pronto a cacciarne chi gli dava noia, o a spiccare il volo, prima che alcuno s’arrogasse il diritto di mozzargli le ali.
Ecco ciò che egli pensava, mentre la sua futura sposa sognava i gaudi del cielo.
Non tutti, però, si rallegravano intorno a lui: l’idea di essere forse costretto, un giorno, a spiccare il volo da quel nido così morbido, non era del tutto assurda.
Il padrone di casa, il signor Mandelli non pareva molto soddisfatto di quell’alleanza con Paolo Brussieri; e l’aria astratta e indifferente che egli serbava in mezzo all’allegria generale, stonava parecchio.
Emma a sua volta sembrava un po’ estranea alla festa, quantunque si affaticasse a nascondere l’importuna malinconia. Durava in lei ancora il dolore della penosa rivelazione che Gioachino Von Roth le aveva fatta alcune settimane innanzi.
Ella sapeva ora, è vero, chi erano precisamente il suo babbo e la sua mamma; ma sapeva pure che