Pagina:Speraz - Emma Walder.pdf/82

Da Wikisource.

— 78 —


che soffrono! Se io non fossi qui, l’occasione sarebbe mancata al capriccio di Paolo, e Annetta sarebbe felice.

La stringente logica di questo ragionamento la ferì nel più vivo del cuore.

Era proprio lei la causa di quelle angoscie.

Forse non aveva neppure avuta tutta la riserva necessaria. L’istinto femminile di farsi bella, il maledetto desiderio di piacere, le avevano forse tolto la mano come tante volte, agendo meccanicamente contro la sua volontà? Avrebbe giurato di no; perchè Paolo Brussieri non le era mai piaciuto. Ma temeva d’ingannarsi. Fin da bambina, sentendosi umiliata da certe brusche e taglienti parole della Cleofe, aveva cercato una rivincita nella propria bellezza, osservando che dopo il primo istante tutti la preferivano alla signorina Mandelli. E col più semplice vestito, con la pettinatura, con un nastro, con un fiore, ella sapeva pigliare le proprie vendette e soddisfare il suo precoce orgoglio.

La signora Cleofe non aveva poi tutti i torti quando la rimproverava di voler essere a tutti i costi la più bella.

In quel momento di crisi, la sua coscienza, che era nobile e delicata, si risvegliava con impeto, dando carattere di colpa anche al naturale amor proprio di fanciulla.

Come piangevano tutti per causa sua!