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118 nell’ingranaggio


— .... Oh! naturalissimo! Anzi, le fa onore!... Vorrei soltanto che un poco di quella affezione fosse caduta anche sulle persone che frequentavano la famiglia e volevano bene a lei.

— Certo: io sono riconoscente a tutti quelli che hanno qualche amicizia per me.

— .... La riconoscenza dice troppo e troppo poco... O Gilda, Paolo domanda amore!...

Erano appunto entrati in via dell’Unione, dopo di avere attraversato un tratto di via Carlo Alberto e il largo di San Giovanni in Conca. Camminavano sul marciapiedi destro, scendendo verso il Corso di Porta Romana, a piccoli passi urtandosi coi gomiti ogni volta che un camminatore più affrettato li spingeva contro il muro. Lui si piegava verso di lei, cercando di vederla negli occhi sotto la tesa sporgente della cappottina, e le soffiava in viso il suo alito caldo.

Ella cercava di sottrarsi a questa specie di contatto, tenendo il viso basso, e faceva ogni tanto un piccolo movimento per separarsi da lui e sfuggire alle sue crescenti insistenze. Ma non le riesciva; con un moto più rapido egli le sbarrava il passo, o la teneva per il vestito. Bisognava che l’ascoltasse ancora.

Gli avvenimenti incalzavano, e l’amore lo spronava.

Non aveva tempo da perdere. Dacchè la sua buona stella glie l’aveva fatta incontrare in quel giorno, doveva accordargli, un appuntamento... Per niente di male, oh! no, honny soit qui mal y pense! soltanto per poterle parlare, farsi comprendere da lei, perchè lui doveva partire a giorni per un paese lontano, dove lo aspettava una