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122 nell’ingranaggio

alla donna che non lo innamorava più da un pezzo, ebbe virtù di commoverlo.

In quel momento supremo, in cui tutta la sua vita, miseramente sciupata, si riassumeva in una crisi terribile, là, sur un angolo di marciapiedi, in una strada pubblica, egli si sentì preso da uno slancio inaspettato di generosità e di tenerezza retrospettiva, che gli fece dimenticare il pericolo presente nel rimpianto amarissimo del passato. Come è opinione di molti, che accada a ciascuno di noi, nell’ultimo bagliore della memoria, quando la vita è vicina a spegnersi, così lui ebbe la visione nitida di tutte le sue vicende e di quello che avrebbe dovuto fare, o non aver fatto, per vivere contento con la stima di sè e l’amore di Edvige.

Con gli occhi arsi, i pomelli delle guance accesi, e la voce tremante di commozione, disse chinandosi verso Edvige:

— Perdonatemi. Ho avuto sempre torto con voi e vi ho fatto molto male. Ora voglio ubbidirvi. Partirò. Non ci rivedremo mai più.... A meno che voi non accettaste di partire con me, e dividere la mia miseria....

Ella lo guardò trasecolata, e non lo comprese, o ebbe paura di comprenderlo, e tremò tutta.

Questa volta era lei che lo ingannava, mentre lui le diceva forse le parole più sincere che le avesse detto in sua vita.

Ma tale era il loro destino di viltà e di abbiezione.

— Non è possibile, rispose sospirando: vi comprometterei inutilmente. Cercate di salvarvi almeno! io non domando più altro da voi.