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rattere mostruoso. Ma il suo istinto femminile, maturatosi rapidamente, la sua intelligenza, la scena sulla terrazza a cui aveva assistito dalla sua finestra l’ultima sera della villeggiatura — quella memorabile sera! — lo stesso amore che provava per Giovanni, tutto ciò le gridava altamente, che quella donna mentiva, che era una ipocrita.

In tale stato d’animo, non poteva che tacere, maledicendo il momento che era uscita di casa quel giorno con la speranza di vedere Giovanni. Perchè ascoltava quei discorsi?... Era forse un sogno tutto quello che aveva visto e sentito?...

No. Pur troppo era una realtà.

Ella si era lasciata trascinare ancora una volta in quella corrente perversa e fascinatrice.

In fondo al cuore sentiva un lontano appello.

Perchè non era partita senz’altro per Napoli?

Con gli occhi dell’anima rileggeva la lettera di Mistress Thionny, così dolce, così affettuosa. O perchè non si era slanciata subito verso quella cretura buona, indubbiamente leale?

Rachelli, quell’uomo sapiente e modesto che le aveva date tante piccole prove di benevolenza, che, secondo Edvige, l’avrebbe volentieri sposata, quel buon amico era certo laggiù, anche lui, ad aspettarla, con la vecchia signora.

Che pace in quell’ambiente, che dolcezza!

Là, là era chiamata — là doveva andare. Certo, in quel momento parlavano di lei! La tenerezza pungente che si sentiva nel cuore, non poteva essere che una ripercussione misteriosa delle loro parole. Parlavano di lei, poveri buoni! Avevano fede nel suo senso retto, nella sua amicizia: l’aspettavano...