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nell’ingranaggio 141


Ma non durava il cambiamento benefico.

Appena ella parlava, appena i loro sguardi si incontravano, egli mutava espressione e tornava quello di una volta; serbando soltanto l’impronta delle sofferenze morali, che lo avevano travagliato e lo travagliavano: e ciò lo rendeva ancora più interessante e degno di amore.

Allora Gilda pensava che lui era sempre stato buono e generoso, che lo avevano abbiettamente tradito, nella famiglia, nell’odore, negl’interessi, e che però aveva diritto a una riparazione formidabile.

E poichè lei non poteva far nulla, non poteva riparare alle sue sventure, nè vendicarlo delle offese patite, voleva almeno consacrargli tutta la sua vita giovine ed innocente. Egli ne avrebbe disposto a suo piacimento. Poteva farne un. amore serio, duraturo, mettendola al posto così indegnamente occupato da quell’altra; oppure, niente altro che un romanzo di pochi capitoli, scritti col fuoco però e indimenticabili, oppure ancora una amicizia pura e incrollabile, una religione ideale. Ella si sentiva capace di tutto, disposta a tutto, anche alla morte, pur di appartenergli in qualche modo, e consolarlo, per quanto lei poteva, del gran male che gli avevano fatto.

Così inebbriandosi della sua tenerezza, l’anima sua compi una evoluzione immensa in pochi momenti: così il suo amore sali al più alto grado, poichè ella non pensò più a sè, nè al proprio avvenire, ma unicamente a lui. Così, col cuore preso dalla più acuta pietà, la fantasia ubbriacata dalla singolarità della sua posizione, ella si votò incondizionatamente a quell’uomo.