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grave e una espressione solenne e triste, che fece sparire, dalla sua faccia nobile e buona, ogni segno della brutale compiacenza, cui s’era abbandonato un momento prima.

IX.

I Pianosi ricevevano molte visite tutti i giorni, specialmente la sera, ma il giorno uffiale di ricevimento era il sabato.

In tale giorno, Edvige usciva dal suo grazioso salottino pompadour, dove gli amici erano sicuri di trovarla, quasi sempre, fra le cinque e le sei, nell’ora che precede il pranzo; e andava a prendere posto in uno dei due grandi salotti, messi in comunicazione col salottino mediante una galleria.

Di questi due salotti, le cui finestre davano sul giardino, il primo, entrando dall’anticamera, era mobiliato nello stile del primo impero; il secondo invece riuniva tutte le fantasie della moda attuale, con quel ricco miscuglio di stili, che formavano una armonia bizzarra.

Nel sabato successivo agli ultimi avvenimenti che fecero chiasso in città e alla Borsa, Edvige era disposta a dare una grande importanza al numero delle sue visite. Giovanni aveva avuto certamente un vero trionfo: la sua intelligenza negli affari, il suo colpo d’occhio, la sua fermezza e la sua lealtà, tutte le qualità che costituiscono un finanziere di primo ordine e un gentiluomo perfetto, avevano trovato una straordinaria occasione per mettersi in evidenza. Il fatto veniva commentato e apprezzato altamente dalle per-