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nell’ingranaggio 147

abito semplice o sfarzoso? Essere modesta o imponente? Arduo problema!

Passò in rivista la sua guardaroba, e finalmente si decise per un abito di raso color ametista con lo strascico di velluto, che le stava d’incanto.

La sua persona leggermente corta in proporzione alle curve e alle rotondità di cui era fornita, perdeva con quell’abito il grave difetto, perchè le pieghe verticali della gonna e lo strascico la facevano parer più alta.

Sempre in grazia dello strascico potè mettersi un pajo di scarpettine scollate che avevano almeno sette centimetri di tacco: inoltre, annodare i suoi bei capelli biondi sul vertice della testa, come un diadema d’oro, scoprendo così la bella nuca bianca e facendo parere più lungo il collo.

Nessun giojello, eccetto un piccolo fermaglio di platino con una catenella per sostenere il ventaglio.

Mancavano pochi minuti alle tre ed ella stava ancora davanti allo specchio studiando l’effetto di quell’acconciatura magistrale, allorchè il domestico le presentò un biglietto.

Riconobbe subito lo stemma e la calligrafia del commendator Carlo Bardaniti, uno di quei personaggi altolocati, di cui ella aveva acquistata l’amicizia, trovandoseli spesso compagni nel gran ministero della beneficenza. Egli era pure uno di coloro, che nelle ultime vicissitudini si erano adoperati con zelo in favore del Banchiere.

Edvige aprì il biglietto con un sorriso di speranza e lesse:

«Amabile signora.

«Tutto va bene: anche la mia gotta mi lascia un poco di riposo.