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nell’ingranaggio 165

platea; volevo soltanto dirvi che sono proprio contento di questa riescita, così completa! Ora col credito immenso che vi siete acquistato, avete davanti a voi un grande avvenire: spero che la fortuna non vi abbandonerà!

— Farò il possibile per tenerla stretta, — disse Giovanni sorridendo.

— Fra le vostre fortune, — riprese a dire con bonarietà il vecchio signore, — mettete anche quella di avere una moglie come la signora Edvige; una alleata meravigliosa, che intende i vostri interessi e li sostiene con intelligenza ed amore. Perdonate se entro in un soggetto così intimo: la mia amicizia per voi e la mia età lo permettono troppo! dico «pur troppo» per l’età. Voi siete ancora giovane, e forse, perdonate, non intendete abbastanza il valore di una compagna come la vostra, specialmente nella nostra carriera. Ma io parlo per esperienza, io che ho avuto la disgrazia di avere al mio fianco per tanti anni una moglie rispettabilissima, poveretta, non c’era che dire, ma di una insufficenza penosa e imbarazzante!...

Egli sospirò: tacque un momento, poi, con accento di autorità, tenendo sempre la sua voce fioca in un tono basso ma pieno di efficacia, aggiunse queste parole significative:

— Tenete da conto la vostra Edvige, mio caro Giovanni! questo è il consiglio di un vero amico. Consiglio superfluo, del resto, poichè avete abbastanza spirito da intendere il vostro interesse, e ne avete dato prova recentemente; tuttavia, melio est abondare, e io ho voluto abbondare anche sapendo di dire una cosa superflua.