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nell’ingranaggio 179

magnetiche che s’incontravano e si toccavano, producendo un urto che la faceva tutta riscuotere e dolcemente rabbrividire. Ma il silenzio a cui erano condannati, le toglieva il respiro; ma la sua commozione diventava tanto viva e tormentosa ch’ella non poteva dissimularla: e la presenza di quella donna, che era la moglie di lui, le suggeriva dei pensieri così insensati e terribili ch’ella doveva inorridire di sè medesima. Quella sera specialmente, davanti allo spettacolo di beatitudine che presentava la giovine famiglia Minelli, ella era stata assalita da quei pensieri spaventevoli. Se Giovanni non poteva divorziare, se i vincoli sociali della sua posizione, le obbligazioni contratte, l’amore di sua figlia, non gli permettevano di separarsi da colei: se doveva vivere così miseramente legato a chi lo aveva tradito, non rimaneva altro che un mezzo il quale potesse liberarlo e permettergli di essere felice.... un mezzo violento: la morte.... di Edvige.

Dacchè questo pensiero le si era affacciato, ella aveva delle allucinazioni. Quella sera stessa le era parso di vederla cadere agonizzante, e invece d’inorridire, il suo cuore era balzato di gioja, e ella aveva riso dentro di sè cinicamente, di un riso pieno di ebbrezza.

Ora il solo ricordo di quella visione la faceva tremare.

Entrò la Sabina col pretesto di cercare un lavoro che credeva di avere lasciato là, e il suo passo le strappò un grido.

— Che ha lei? Le ho fatto paura? — esclamo la cameriera avvicinandosele. — Dio, come è tutta disfatta! Si sente male! Ha pianto?...