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182 nell’ingranaggio

era piuttosto uno studio... E tante me ne disse, sicchè io feci sembiante di credergli e gli domandai scusa. Ma s’immagini se io fossi stata tanto grulla da parlarne, quando non avessi avuto la sicurezza! Sapevo tutto, sapevo! Anche dei due appartamenti, mentre il padrone ignorava affatto quello in via de’ Tre Alberghi, e la mia rivelazione lo mise sulla buona strada per sorprendere le altre furfanterie dell’Avvocato. Meno male, del resto 1 Mi resta la consolazione di avergli fatto del bene al mio povero padrone; lui non è punto cattivo, e io gli perdono di avermi dato una smentita, perchè dal suo punto di vista gli pareva necessario. Non è cattivo lui, anzi è buonissimo. Son già degli anni che la signora Edvige parla di mandarmi via, ma lui non ha mai voluto. Perchè in casa Pianosi c’è una specie di lascito che le persone di servizio invecchino coi padroni. Ora a Ognissanti si compiono appunto i venticinque anni dacchè io entrai al servizio della povera signora Teresa, che Dio l’abbia in gloria! come seconda cameriera — la prima era una vecchia quasi impotente che si metteva a piangere quando gli dicevano di ritirarsi con la sua pensione; e però, se ora il padrone si vuole liberare della mia presenza, dirò che ho lavorato abbastanza, che ho poca salute e che merito la pensione e il riposo.

— Venticinque anni! — esclamò Gilda colpita da questa sola parola — il signor Giovanni sarà stato ancora un bambino allora?...

E questa immagine graziosa della infanzia dell’uomo amato, le empì gli occhi di tenerezza.

— Bambino no — rispose la Sabina sorridendo