Pagina:Speraz - Nell'ingranaggio.pdf/20

Da Wikisource.
16 nell’ingranaggio


Lei invece si sentiva affatto libera da questo male, anche vicino alla signora Edvige, trionfante nel suo salotto, quantunque essa non sempre le risparmiasse certe piccole umiliazioni.

Il suo cuore era pieno di bontà e di tenerezza per tutti. Man mano che la sua femminilità si andava sviluppando al contatto del mondo, le veniva un presentimento di pena generale che attutiva l’ardente desiderio di vivere, di slanciarsi nel dramma della vita, che era stato il suo tormento fin dall’adolescenza; e la rendeva più dolce e indulgente, che non siano di solito le giovanette, nel giudicare gli altri.

Sul conto della sua signora ne sapeva abbastanza perchè non le paresse una donna invidiabile, malgrado il lusso e l’adulazione che la circondavano.

Una sera aveva sentito un lembo di dialogo fra due signori i quali un momento prima si erano mostrati molto premurosi intorno a Edvige. Uno ringraziava il compagno di averlo presentato, e l’altro, con una certa meraviglia: «Ti piace dunque tanto?» A cui il primo di rimando: «Oh! certo; è una di quelle donne ch’è sempre utile di conoscere perchè lusingano la nostra vanità senza legarci a nulla: si può dirne male senza rimorso, e può sempre capitare un giorno in cui un uomo di mondo si compiace di poter dire in una società: l’ho conosciuta anch’io: eravamo amici.»

Nelle ore lunghe della giornata, mentre Lea giocava, Sabina la cameriera, una donna sui quarant’anni, entrava qualche volta nella sua camera per scambiare due parole, che diventavano una