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nell’ingranaggio 17


lunga chiacchierata, piena di confidenze e rivelazioni quasi sempre sul conto della padrona.

Sabina raccontava ch’ella era stata a servizio della vecchia signora Pianosi, che aveva conosciuto il Banchiere fin da ragazzo, e che se rimaneva ancora in casa sua dopo l’intrusione di quella zingara, era soltanto per lui, per non abbandonarlo, interamente senza difesa, nelle mani di una donna simile.

Gilda trovava molto strano che la Sabina pretendesse essere la protettrice di un uomo serio, forte e intelligente, come Giovanni Pianosi: ma non faceva alcuna osservazione per non offender a e non entrare in diverbi. Si limitava a pregarla dolcemente di tacere, o di parlar d’altro, perchè ella non poteva sentire quei discorsi contro la sua signora: anche se quella era la verità, ella aveva il diritto di non volerla ascoltare.

Inutile. Sabina non le dava rètta.

— Alla vostra età — diceva — si hanno di queste idee romantiche! — E andava via. Ma poi ritornava e ricominciava da capo. Voleva parlare e parlava: con tanta maggiore eloquenza, che al solito piacere di malmenare la sua padrona S univa ora quello di far dispiacere a quella giovinetta povera e bella, venuta a occupare nella famiglia un posto più elevato del suo.

— Ma se non è neppure sua moglie! — si lasciò sfuggire un giorno.

Gilda sgranò gli occhioni.

Questa le aveva tutta l’aria di una calunnia; se fosse stata cosa vera, la vecchia non avrebbe aspettato tanto a dirla.

— Ebbene! — ribattè Sabina: — mettete mo-