Pagina:Speraz - Nell'ingranaggio.pdf/241

Da Wikisource.

nell’ingranaggio 237


Ogni volta che la vecchia Maria apriva l’uscio, entrava nella camera il rumore della vicina sala da pranzo: acciottolio di stoviglie, avvicendarsi insistente di varie voci e frequenti scoppi di risa. Si capiva che erano in molti e che stavano allegri. Di tratto in tratto questo chiasso era intramezzato da un violento scoppio di tosse senile che veniva dalla stanza accanto.

Vedendola così sola e malinconica, la vecchia serva le disse che avrebbe fatto meglio a pranzare nella sala, che erano quasi tutte donne, eccetto il figliuolo della padrona e un vecchio signore, e che se la passavano allegramente. Gilda crollò il capo senza rispondere; domandò soltanto chi era quello che tossiva.

— Quello è il capitano — rispose la serva — l’amico della contessa.

Gilda si fece rossa, e non domandò altro.

Ma dopo il pranzo la contessa Farinola le fece chiedere il permesso di farle una visita e di presentarle alcune delle signore sue dozzinanti. Ella non potè esimersi dal riceverle.

Entrarono in cinque donne, compresa la Farinoia, che le presentò ad una ad una, con molti complimenti, dopo di avere presentato lei, Gilda Mauri, futura attrice del teatro Milanese.

— La baronessa Neotieff, prima donna distinta, voce di contralto. Bisogna sentirla nella parte di Romeo, non ha chi la eguagli.

Questa Neotieff doveva misurare almeno un metro e settantadue centimetri, un vero granatiere, dalle spalle larghissime, dai fianchi ridondanti, con una faccia tutta sbiancata di cipria, le labbra rosse come il sangue, gli occhi neri e bi-